Civica (Uil), Roma città immobile ma Sky esagera
Intervista al leader per il Lazio. “Le aziende fuggono perchè mancano infrastrutture e servizi”. Raggi? Difficile interloquirci
“Sky? Esagera, ma Roma è ferma, una città immobile”. Alberto Civica, segretario della Uil Lazio non fa giri di parole nel descrivere in questo colloquio con Radiocolonna, l’attuale fase congiunturale della Capitale. D’altronde il 2016 si concluso nel peggiore dei modi per il fronte del lavoro, con Almaviva che ha chiuso i battenti a Roma e lasciato a casa 1.660 persone. Non che il 2017 sia iniziato meglio, visto che agli atti c’è da mettere la decisione di Sky ai primi dell’anno Sky di spostare a Milano la sede romana, infilandoci in mezzo 120 esuberi solo su Roma e ingaggiando un duro scontro con lavoratori e istituzioni locali, Regione in primis. Eppure da mesi si parla di ripresa dell’economia, seppur lenta e inesorabile. Ma Roma e il Lazio continuano a perdere pezzi. Qualcosa dunque non va.
“La verità è che qui qualcuno racconta balle. Non c’è nessuna ripresa vera e il Lazio è semplice espressione di questa crisi a oltranza”, afferma Civica. “Le aziende fuggono per un motivo semplice: non per una crisi dei loro bilanci ma per una oggettiva difficoltà nell’operare sul tessuto urbano. Roma non ha infrastrutture, trasporti adeguati, istituzioni in grado di interloquire con gli imprenditori e una burocrazia soffocante. E alla fine trovano poco conveniente e agevole rimanere qui”, spiega il leader Uil. Che però fa una precisazione. “Detto questo Sky esagera, non ha un vero e reale motivo per andarsene, anche alla luce delle criticità appena sottolineate”.
Impossibile a questo punto non tirare in ballo il sindaco di Roma Virginia Raggi, che del rilancio di Roma e del suo tessuto avrebbe dovuto essere artefice. Epuure, almeno fino ad ora, il Campidoglio è rimasto silente anche sulla vicenda Sky. “Noi sindacati abbiamo trovato piuttosto difficile relazionarci con la giunta. Col risultato che Roma e i suoi abitanti sono rimasti immobili, fermi. Questo è il vero problema. In questi mesi è stato fatto passare, anche con la complicità del Campidoglio, un messaggio sbagliato. E cioè che nella legalità si sta fermi, mentre solo se si sconfina nell’illegale ci si muove. Io dico invece sì alla legalità, purchè si faccia qualcosa: strade, cantieri, trasporti Non si può pensare il concetto di legalità sia l’equivalente del rimanere immobili”.
Il problema è che per riportare Roma su standard accettabile serve una precisa volontà politica. “Giustissimo, il fatto però è che nessuno parla con nessuno. Noi lo abbiamo sempre detto, bisogna lavorare insieme. Governo, Regione e Comune devono capire una volta per tutte che questa non è solo una delle città più belle e importanti del mondo, ma la Capitale d’Italia. La smettano di dividersi una volta per tutte”.