Lavoro, Inizio d’anno tra crisi, voucher e continue vertenze.
Civica: “Stop a gare al massimo ribasso”
Echotech, Fiorucci, Multiservizi, Farmacap sono soltanto alcune delle situazioni di crisi degli ultimi mesi. Crisi cha si vanno ad aggiungere ai 1.666 licenziamenti di Almaviva e alla vicenda di Alitalia.
“E’ una situazione drammatica – dice il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – anche perché il rischio è che i 1800 posti di lavoro persi tra Natale e Capodanno possano raddoppiare se non triplicare. Il 2017 si è aperto con nuovi allarmi, non ultimo il problema dei tanti precari della pubblica amministrazione. E’ un susseguirsi di cassaintegrazione, solidarietà e mobilità, come unica soluzione al fallimento. Non è possibile proseguire così. Basti pensare alla Capitale: investimenti pubblici fermi, disoccupazione in crescita e una classe politica che continua a fare il gioco dello scaricabarile, in totale assenza di un progetto di sviluppo”. L’elenco delle emergenze nella nostra regione è lungo e abbraccia settori diversi: si va da Very Italian Food che ha messo in mobilità tutti i dipendenti per la chiusura del sito, alla Asl Rm2 dove è previsto un taglio di 150 – 200 operatori, alla crisi delle coop Maggio 82 e Capodarco. Dall’esubero del 20% dichiarato per i Cup del Lazio, a Farmacap dove il Comune ha sospeso il servizio di prossimità per mancanza di fondi nel bilancio previsionale, con la previsione di disdetta di 10 presidi e di tutti gli psicologi che vi lavoravano. A ciò si aggiungono i 100 lavoratori in mobilità e cassa integrazione della Tirreno Power di Civitavecchia, il licenziamento degli 11 dipendenti di Fiera di Roma che avevano vinto il ricorso dopo il primo licenziamento. Nel settore edilizia ci sono le crisi di grossi marchi come Cementir, Ance e Parsitalia, tutti in regime di solidarietà. Oltre che la situazione di crisi delle banche Unicredit e Monte dei Paschi di Siena, con prepensionamenti e chiusura filiali per la prima e licenziamenti per la seconda.
“Crisi favorite – spiega Civica – soprattutto dalle gare al massimo ribasso che hanno scaricato la competizione solo sul costo del lavoro favorendo l’applicazione di contratti “pirata e la delocalizzazione delle aziende in Paesi cosiddetti a basso costo. Pensiamo ad esempio ai call center anche di grandi gruppi nazionali. O alla stessa Almaviva che chiude alcuni siti in Italia per aprire nuove sedi in Romania. Bisogna che ci sia un’inversione di tendenza sul lavoro perché la teoria della concorrenza sul costo del lavoro per abbassare i prezzi è fallita. Se si abbassano i prezzi e la gente non lavora, di conseguenza non acquista. Ma se Governo centrale, Regioni e Comuni non smettono di farsi battaglia per cominciare a ragionare insieme sugli investimenti per attività produttive o sociale, sarà difficile uscire realmente dal guado in cui siamo. Un guado in cui si riesce a produrre soltanto lavoro povero. Come conferma anche la crescita esponenziale dei voucher nella nostra regione”.
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